L’Italian Glow di Roberto Bonfanti, cosmetologo
L'incontro tra Laboratori Hur e Alice Cheron
La bella storia tra Alice Cheron, blogger e travel writer francese che vive a Firenze, e il marchio Laboratori HUR, dura da oltre 4 anni. Le piace definirlo il suo “guru della pelle” perché è stato il primo a farle portare uno sguardo nuovo e olistico sulla cura della pelle. Roberto Bonfanti è diventato anche un partner prezioso del nostro programma di Fuga «Alla ricerca dell’Italian Glow». Presentiamo questo cosmetologo diverso dagli altri.
Buongiorno Roberto! Potresti raccontarci il tuo percorso?
Ho cominciato con degli studi tecnici e scientifici in relazione con le problematiche legate alla cultura della terra. Dopo ho raggiunto la Facoltà di farmacia per una specializzazione nel campo della cosmetologia. Quasi subito ho avuto un’idea precisa del tipo di prodotti che desideravo sviluppare dunque ho creato Laboratori HUR nel 1985. All’origine era microscopico, ho iniziato da solo e poi il progetto è cresciuto insieme a me.
Quali sono le diverse sfaccettature del tuo mestiere e le principali qualità?
Da un punto di vista classico, direi che un cosmetologo è una persona che possiede una conoscenza enciclopedica delle materie prime,oltre ad avere un’eccellente memoria (come un avvocato che deve ricordare tutti i testi di legge) associata a una buona rappresentazione grafica della chimica. Si tratta di una persona curiosa che ha voglia di approfondire i diversi aspetti delle materie prime. Da un punto di vista personale, aggiungerei che la creatività è un altro aspetto fondamentale. Per me è proprio questo punto che fa la differenza. Per andare oltre, proporre prodotti diversi, adattarsi ai bisogni dei clienti e anticipare la domanda del mercato.
D’altronde è la tua creatività che ti ha consentito di anticipare l’avvenimento del bio e poi del vegan.
I prodotti HUR sono bio per essenza perché lavoro esclusivamente con delle materie prime naturali dal 1985. Nessuno parlava del bio quando ho iniziato. D’altronde non si usava neanche la parola bio ma si usava il termine “naturale”. Quest’orientamento viene dalla mia formazione, profondamente legata alla natura, alla terra e anche dalle mie passioni per le erbe, le piante e anche i funghi. Mi piaceva sperimentare, provare cose diverse. Quando sviluppavo un prodotto (e sono ancora cosi oggi), sentivo la necessità di legarlo a qualcosa che avevo già visto, toccato, sentito. Mi piaceva l’idea di imitare la natura. Ho aggiunto il vegan come priorità per la mia gamma di prodotti da circa 10 anni. Lo vedo come un’evoluzione naturale, in simbiosi con la mia filosofia.
Parli molto di freschezza nelle materie prime. Di conseguenza i prodotti HUR hanno una data di scadenza per l’uso dopo apertura. È raro in questo settore, come mai?
È vero. Utilizziamo spesso dei prodotti freschi nelle nostre formule. Non faccio nessuna differenza tra quello che mangio (IN) e ciò che metto sulla mia pelle (OUT). Mi piace bere e mangiare prodotti freschi quindi perché dovrei comportarmi in un modo diverso quando si tratta della cura della mia pelle? Rende l’esercizio più complesso dato che nel mondo della cosmetologia c’è un sistema di identificazione del periodo di uso dopo apertura (spesso dodici mesi). È la realtà dell’industria. La legge non impone la data di scadenza tranne che per una durata inferiore a trenta mesi.
Quali sono le reazioni dei clienti di fronte a questa scadenza di uso dei prodotti HUR?
Il cliente finale lo capisce perfettamente. Una volta che prova la nostra gamma, comprende la differenza tra un prodotto fresco e un prodotto tradizionale. Con l’esperienza di cura e di trattamenti speciali, diventa attento a questa data e conserva i prodotti come si deve (al riparo dalla luce e da fonti di calore per esempio). La parte più difficile da gestire è quella dei rivenditori che spesso non capiscono.
Durante una consulenza, una parte della seduta è dedicata alle analisi scientifiche, lo potresti spiegare?
Proponiamo sempre due testi scientifici. Il primo è un test enzimatico, che si potrebbe paragonare a un test epicutaneo che viene realizzato in ospedale per rivelare le allergie. Lo utilizziamo per scoprire con precisione le intolleranze ai profumi, ai conservanti e ai solventi. Applichiamo enzimi su certe zone del viso che hanno una reazione veloce. In origine, siamo tutti intolleranti ai profumi, ai conservanti e ai solventi. Questo test ci permette di misurare a che punto siamo intolleranti. Ognuno di noi reagisce a proprio modo.
Il secondo test permette di misurare il PH della nostra pelle e la suatendenza acida o alcalina. Abbiamo tutti una pelle acida ma dipende in base alle persone, ai periodi di vita, alle stagioni… Per questo motivo, il test PH è realizzato ogni volta. Una pelle acida è una pelle che tende a congestionarsi facilmente, con rossori e poche rughe. Al contrario, una pelle alcalina è più secca, più rigida, più opaca e tende ad avere più segni. L’obiettivo di questo test, come il primo, è di capire quanto la nostra pelle sia acida o alcalina. Quando sei esperta della pelle, puoi capire tante cose con l’osservazione ma questi due test danno un livello di precisione incredibile per poi proporre una sinergia di prodotto idonea.
Un’altra parte dell’incontro consiste nell’osservare attentamente la pelle della cliente perché parti dal principio che il corpo e la pelle siano uno. La pelle parla di noi. Potresti sviluppare?
In comunicazione, si parla del linguaggio verbale e di quello non verbale. La pelle ha pure lei il suo linguaggio. Non è certamente evidente come un sorriso, un gesto, una parola, ma alcune manifestazioni della pelle sono interessanti per capire tante cose. I clienti mi raccontano le loro abitudini. Durante la consultazione, un dialogo tra la pelle del cliente e me si instaura. Il cliente non capirà tutto di questo dialogo ma verrà il risultato seguendo il protocollo con fiducia.
Come la squadra HUR porta, in particolare, un’attenzione alle donne?
Prediamo seriamente in considerazione i diversi cicli ormonali della vita di una donna e prestiamo attenzione ai periodi di pre-menopausa e menopausa perché sono delicati. È un momento durante il quale il corpo cambia e la pelle pure. Si passa da un equilibrio all’altro. Insisto su questa parola di equilibrio perché spesso la menopausa è considerata come un momento di squilibrio, ma in realtà ci sono circa 2 anni critici che corrispondono alla transizione.Poi, il corpo e la pelle ritrovano stabilità e la donna, un equilibrio. Questi due anni sono fondamentali. La donna ha bisogno di supporto per prendersi cura di sé e rimanere benevole perché vede che la sua pelle perde elasticità e luminosità. La donna deve accettare questa trasformazione, attraversarla con leggerezza perscoprire il suo nuovo splendore.
Più che un semplice protocollo di bellezza con una gamma di prodotti idonei, dai anche consigli di lifestyle come prendere aria, prendere 5 minuti di luce al giorno… Perché?
Se vedo che la pelle della mia cliente manca di ossigeno, mi sembra più giusto dire alla cliente di andare a prendere un po’ d’aria piuttosto che venderle una crema. La mia visione è olistica e penso che in questo caso fare una passeggiata sarà la soluzione migliore.
Come l’Italia ti ha ispirato questa visione olistica e personale del trattamento ?
Il mio messaggio è unico: tutto viene dalla natura. Quella italiana è una fonte d’ispirazione potente. Sono cresciuto in campagna e questo ha influenzato molto il mio interesse e il mio percorso. In Italia, c’è una vera cura nel scegliere gli ingredienti in cucina. Per i cosmetici invece mi sono ispirato dalla Francia, dove c’è una grande attenzione alle materie prime. Grazie alle mie letture, alla documentazione, questo paese è stato fonte d’ispirazione per me.
In sintesi, quali sono gli ingredienti principali, secondo te, per ottenere un glow naturale e tenerlo il più possibile?
Ovviamente, l’armonia degli ingredienti è molto importante. Direi che l’ingrediente fondamentale sia il desiderio. Quello di sentirsi bene, di stare meglio. La maggior parte delle persone che viene da me lo fa per motivi “cosmetici” ma diventa anche la scusa per lavorare insieme su tutte le piccole cose che permettono di (ri)mettersi in forma, concedersi del tempo. Un semplice pretesto coniugato con il desiderio di prendersi cura di sé.
Quale ricordo hai del gruppo di donne in fuga durante l’Italian Glow del 2022 e delle consultazioni?
Per me è stato molto formativo. Sono abituato a incontrare tante persone ma singolarmente e non in gruppo. È stato davvero molto bello sentire un’affinità, una disponibilità e una grande apertura con queste 12 donne. Devo dire che Ali di Firenze aveva preparato molto bene questo incontro. Si sentiva che le donne avevano capito l’intenzione profonda. Desideravano fortemente percorrere un pezzo di strada insieme. Ho sentito una complicità. Rispetto alle donne italiane, mi sono sembrate meno focalizzate sulla bellezza “glamour” ma più sensibili all’esperienza intima. Non vedo l’ora di conoscere l’altro gruppo ad Aprile!
Grazie mille Roberto!